venerdì 27 gennaio 2012

Cantare...

Beh che dire .....tutti parlano del canto...ma proprio tutti...e tu?
Cosa ne pensate voi del canto?
secondo te...cos'è? o meglio cosa rappresenta per te?



Commentate numerosi!!! =)
Non vedo l'ora si sapere che ne pensate =)

domenica 1 gennaio 2012

Gran Galà di Natale 2011

Il giorno 21 dicembre 2011 presso la sala dei concerti dell' Hotel Serena Majestic di Montesilvano (PE) si terrà il Gran Galàdi Natale. Questo evento si tiene ogni anno da qualche lustro ormai..tanti da diventare una tradizione Natalizia imperdibile. E' dal Natale del lontano 1997 che gli insegnanti della Nuova scuola Comunale di musica (diretta dalla sign.ra Giovi Trabucco per la parte amministrativa e dal maestro Nunzio Fazzini per quanto riguarda la parte artistica) cideliziano con canti tratti dalla tradizione popolare natalizia ed arie tratte da opere liriche. Dall'anno 1997 nessun allievo ha mai partecipato all'evento, ma quest'anno sisonovoluti rinnovare ed ache i ragazzi e i ''non più adolescenti'' della scuola di musica nota per i suoi successi. Hanno partecipato gli allievi dei tre insegnanti di canto della scuola: Nunzio Fazzini(Tnore conosciuto in tutto il mondo, insegnante di canto lirico), Nicoletta Renzulli(noto Soprano, insegnante di canto lirico e moderno) e Simona Capozucco(cantante jazz che insegna canto moderno).

venerdì 20 maggio 2011

Sleeping Sun - Nightwish

The sun is sleeping quietly
Once upon a century
Wistful oceans calm and red
Ardent caresses laid to rest
For my dreams I hold my life
For wishes I behold my nights
A truth at the end of time
Losing faith makes a crime

I wish for this night-time to last for a life-time
The darkness around me - shores of a solar sea
Oh how I wish to go down with the sun
Sleeping
Weeping
With you

Sorrow has a human heart
From my God it will depart
I’d sail before a thousand moons
Never finding where to go
222 days of light
Will be desired by a night
A moment for the poet’s play
Until there`s nothing left to say

giovedì 12 maggio 2011

E adesso un po' di tecnica....

La tecnica del canto è quell'insieme di accorgimenti, appresi con l'allenamento e lo studio, necessari ai cantanti professionisti per evitare gravi danni alla laringe e alle corde vocali e per ottenere una voce timbricamente gradevole e potente.
I cantanti, viceversa, hanno bisogno di usare la voce a lungo e a volume molto alto, anche se mai forzato: il meccanismo istintivo di fonazione, per loro, non è più sufficiente. Il sistema di fonazione usato nel canto classico (ma in parte anche nel teatro di prosa) è la cosiddetta impostazione o voce impostata: si tratta di sfruttare una o più delle cavità orofaringee, craniche e tracheali come cassa di risonanza, secondo il principio sfruttato in molti strumenti musicali a corde, creando così un secondo sistema oscillante accoppiato con quello delle corde vocali. Per fare questo sono necessari due requisiti:
  • sostenere durante il suono, in espirazione dai polmoni, un flusso d'aria continuo e maggiore del normale: da qui l'importanza fondamentale del controllo della respirazione e dei muscoli coinvolti (diaframma e muscoli addominali) e di tenere la cassa toracica il più possibile aperta, per espandere al massimo i polmoni;
  • imparare, con l'autoosservazione e l'aiuto di un maestro, a modellare gola, palato, lingua e labbra per mantenere la risonanza al variare della nota che si sta cantando.
In questo modo le corde vocali devono soltanto iniziare e poi regolare una vibrazione che si autosostiene, sorretta dalla pressione dell'aria in arrivo dai polmoni. Posizione e apnea sono due elementi fondamentali e simultanei dello stesso processo che è il canto cosiddetto "sul fiato" o "appoggiato", tramite il quale la voce risulta, a chi ascolta, raccolta "in maschera", vale a dire con una risonanza atta ad ottenere il massimo volume con il minimo sforzo, e il suono sembra letteralmente "galleggiare". La giusta "posizione" si ottiene tramite un controllo mentale costante della sorgente sonora sulle corde, al fine di mantenere larga la gola, senza mai spostare il suono ad esempio avanti nel volto o nel naso (falso concetto di canto nella maschera), cose che comportano in realtà una risalita immediata del diaframma, una chiusura della gola, una contrazione muscolare, e che si verifica ad esempio quando si grida o si canta male, anche la musica leggera, o quando si produce un suono muto forzato nel naso. L'apnea consente invece di trattenere il fiato grazie al gioco della cintura muscolare costale e addominale, frenando la risalita del diaframma: attraverso l'azione simultanea di queste due spinte contrastanti, si realizza il perfetto appoggio del suono. Le corde vocali entrano allora in vibrazione senza dispersione di fiato (corde "basculanti", laringe abbassata e muscoli del collo rilassati), lo stesso suono dà al cantante la sensazione di essere decisamente "agganciato" alle corde per tutta la lunghezza della frase da cantare. È un'operazione delicata e lunga, spesso frutto di anni, che si raggiunge più con esercizi sul "piano" che sul "forte" o sul "mezzoforte". La giusta posizione e l'aggancio sul fiato permettono di rinforzare o diminuire l'intensità del suono sulla stessa apnea, senza mai spostare né la posizione (che sarà molto bassa nella gola) né la risonanza "in maschera" (che sarà molto alta nella testa): è la cosiddetta messa di voce, vera prova del nove della voce correttamente impostata. Si parla, per indicare lo stesso metodo, anche di "gola aperta", ma si tratta anche in questo caso di una terminologia gergale, che non corrisponde affatto a una banale apertura della gola tramite il fiato né in inspirazione né tantomeno in espirazione. Per "gola aperta" si intende invece l'emissione di un suono che, tramite la tecnica dell'appoggio, risuoni subito "in maschera": essa può essere raggiunta più facilmente con suoni "chiusi", ad esempio le vocali I o E, o addirittura con il muto. È in quella stessa posizione vibratoria che poi andranno messe tutte le altre vocali, fino alla A, certo la più difficile da sostenere col solo fiato. Analogamente per gli acuti, il loro corretto raggiungimento, al fine di emettere suoni ricchi di armonici, morbidi, e se necessario in piano o in pianissimo, si ottiene mantenendo la stessa posizione di gola mentre si sale, e facendo stirare maggiormente le corde col solo aiuto del meccanismo respiratorio costale-diaframmatico (in pratica continuando ad allargare le costole mentre queste tendono a chiudersi), senza far intervenire muscoli del collo o facciali. L'apertura lievemente più ampia della bocca sarà solo una conseguenza della maggiore ampiezza di suono interno, che induce a mollare la mandibola, ma non è affatto con la bocca più aperta che si ottiene l'acuto, bensì con una maggiore pressione e allargamento interno del suono sul fiato.
Cantando con la voce impostata si avverte sempre una sensazione di vibrazione, che può variare a seconda della particolare cavità che sta risuonando: normalmente è localizzata alla radice del naso, ma può anche essere nella fronte per i suoni più acuti, oppure nel petto per le note più gravi. Si può anche sentire il suono "correre" lungo il palato e premere contro gli incisivi superiori. Viceversa, le corde vocali "scompaiono" quasi, e se la tecnica è corretta non si hanno sensazioni particolari a livello delle stesse, che sono molto poco sollecitate: anzi, capita spesso che dopo aver cantato mezz'ora o più con voce impostata ci si senta la gola perfettamente riposata e fresca, pronta a ricominciare. È anche per questo che i grandi cantanti d'opera, prima di uno spettacolo, cantano buona parte dell'opera chiusi nei loro camerini.

mercoledì 11 maggio 2011

Estensione vocale dei Soprani

L'estensione tipica della voce di soprano è di due ottave, dal do centrale al do sovracuto (do3 – do5), ma può variare ampiamente a seconda della tipologia.
Oggi si distinguono le seguenti tipologie fondamentali:
  • Soprano leggero, di coloratura o d'agilità (dal re centrale al mi bemolle sovracuto, re3 - mi♭5): voce dolce, chiara, di volume limitato ma molto duttile e agile; spazia nella zona acuta e sovracuta ed è dotato di capacità virtuosistiche.
  • Soprano lirico (dal do centrale al re bemolle sovracuto, do3 - re♭5): voce calda, piena, ricca e graziosa; spazia dalla zona centrale a quella acuta ed è adatto a una vocalità legata e cantabile.
  • Soprano drammatico (dal si grave al do sovracuto, si2 - do5): voce ricca, piena, di timbro scuro e intenso volume; spazia nella zona centrale ed è portato agli accenti forti.
  • Sopranista (vedi anche controtenore): voce maschile più acuta (ricollegabile a quella dei cantori evirati barocchi), dolce, molto chiara, di volume limitato, molto agile e versatile; spazia dalla zona grave a quella sovracuta ed è dotato di capacità virtuosistiche che risalgono al periodo barocco.
Nel corso dell'evoluzione del melodramma, la mescolanza di queste tipologie e l'affermarsi di nuove tendenze hanno dato luogo ad ulteriori sottocategorie:
    • Soprano soubrette
    • Soprano lirico-leggero
    • Soprano lirico-drammatico (o lirico-spinto)
    • Soprano drammatico d'agilità
    • Soprano Falcon
    • Soprano wagneriano
 Detto questo, non sempre si può dire con certezza il tipo di soprano che si è, anche perchè le estensioni indicate sono indicative...
Io per esempio ho un'estensione che va dal DO2 al RE diesis 5, ed ho caratteristiche comuni a più categorie di soprano.... In questi casi è meglio chiedere "l'aiutino" ad uno specialista (foniatra).

lunedì 9 maggio 2011

L'ingresso alla Scala (1951)
Il suo ingresso alla Scala fu molto faticoso. Senza particolari protezioni, senza un necessario inserimento nel giro artistico della ripresa post-bellica, le sue doti vocali, pur riconosciute, non interessavano a nessuno. La sua unica occasione, finora, era stata un'Aida nel 1950 in sostituzione di Renata Tebaldi, accolta con perplessità per via della resa scenica e dello "strano" e metallico timbro vocale. Da notare una certa ostilità precostituita della critica, soprattutto da parte di Teodoro Celli, che in brevissimo tempo diventerà invece uno dei suoi più grandi estimatori. Colleghi come Mario Del Monaco e Giuseppe Di Stefano, con lei coinvolti nelle trionfali tournée sudamericane della Scala, riuscirono a far breccia. Le tensioni con Antonio Ghiringhelli, che aveva pianificato il periodo della propria sovrintendenza sul cosiddetto "star system", che avrebbe dovuto avere come punte di diamante Renata Tebaldi, Mario Del Monaco, Giulietta Simionato ed Ettore Bastianini, non sarebbero mai cessate, anche se il sovrintendente capì ben presto, specie grazie ai trionfali successi al Maggio Musicale Fiorentino ottenuti con I vespri siciliani, con l'Armida di Rossini e la Medea di Cherubini, che la Callas poteva attirare sulla Scala molto pubblico e molta stampa, sia musicale che mondana. La Callas non solo riuscì a fare della sua permanenza alla Scala un "dodicennio d'oro" parallelo a quello di Toscanini, ma spezzò l'artificioso equilibrio creato dalla sovrintendenza, ponendosi (anche se non per volontà dei colleghi stessi) a capo del quartetto principale, sdoppiandosi per giunta in due diversi cast stellari (anche per ragioni di esclusività discografica), collaborando con Mario Del Monaco, con Giuseppe Di Stefano, con Giulietta Simionato (sua grandissima amica) con Fedora Barbieri, con Ettore Bastianini e con Tito Gobbi, anche lui grande cantante-attore. Parimenti, l'appoggio garantito da Wally Toscanini suonava come una sorta di "benedizione" da oltreoceano da parte di Toscanini. La Tebaldi, sentendosi tradita, soprattutto dopo la Medea di Luigi Cherubini, che la Callas presentò alla Scala nel 1953 tre giorni dopo la serata inaugurale, con La Wally cantata dalla stessa Tebaldi, preferì ricrearsi un equilibrio congeniale negli USA, ciò che non impedì l'accendersi di una rivalità a distanza, anche creata e fomentata dalla stampa.

domenica 8 maggio 2011

Mini biografia

 
Maria Callas nel ruolo di Violetta (La traviata)
Maria Callas, nome d'arte di Anna Maria Cecilia Sophia Kalogheròpoulos (New York, 2 dicembre 1923Parigi, 16 settembre 1977), è stata un soprano statunitense di origini greche.
Nata a New York da genitori greci, la Callas studiò ad Atene, dove cantò dal 1939 al 1945, intraprendendo la carriera internazionale dai tardi anni quaranta agli anni sessanta.
Dotata di una voce particolare, che coniugava un timbro unico a volume, estensione e agilità notevoli, la Callas contribuì alla riscoperta del repertorio italiano della prima metà dell'Ottocento (la cosiddetta «belcanto renaissance»), in particolare Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti, di cui seppe dare una lettura personale, in chiave tragica e drammatica, oltre che puramente lirico-elegiaca. Sempre a lei si deve la riscoperta del termine di soprano drammatico d'agilità per la restaurazione della tecnica di canto di origine primo-ottocentesca applicata a tutti i repertori.
Tra i suoi cavalli di battaglia vi furono Bellini (Norma, Puritani, Sonnambula), Donizetti (Lucia di Lammermoor), Verdi (Traviata, Trovatore, Aida), Ponchielli (La Gioconda) e Puccini (Tosca, Turandot).
Si dedicò inoltre con successo alla riscoperta di titoli usciti di repertorio a causa della mancanza di interpreti sopranili adeguate, quali Armida e Il Turco in Italia di Rossini, Il pirata di Bellini, Anna Bolena di Donizetti, Alceste e Ifigenia in Tauride di Gluck e La Vestale di Gaspare Spontini, sia pure senza quel rigore filologico per le partiture integrali o originali, ossia accettando i tagli e i molti adattamenti di tradizione imposti dai direttori dell'epoca.
I ruoli indissolubilmente legati al suo nome sono Norma di Vincenzo Bellini e Medea di Luigi Cherubini.

mercoledì 4 maggio 2011

Ecco lei è la donna a cui un giorno vorrei somigliare.....Forse direte che è stupido, o che qualunque soprano vorrebbe assomigliarle, ma per me è diverso, nutro una passione immensa per la lirica e lei per me è molto piu' che un mito....
Salve a tutti!!!!